Se fate rievocazione due-trecentesca non potete non essere incappati in questa disputa!
"Toglietemi tutto, ma non la mia infula"
Annosa la questione, soprattutto nel mondo della rievocazione, che oppone chi sostiene che il termine infula non abbia supporto storico e chi lo utilizza, magari però senza essere pienamente consapevole delle fonti che lo giustificano.
E coloro che contestano l'uso del termine infula di solito preferiscono il termine volgare (cioé in italiano volgare, non in latino, per esser chiari!) di cuffia.
In questa sede si vuole fornire una piccola collezione di fonti a supporto dell'uso del termine latino tra XIII e XIV secolo ad indicazione del copricapo e come sinonimo di cuffia (termine egualmente documentabile con abbondanza in volgare, vedi a es. Carlo Merkel, Come vestivano gli uomini del "Decameron", Roma, 1898, pag.69 e segg.).
Varie le attestazioni negli statuti e nei documenti giudiziari italiani tra XIII e XIV secolo: ad esempio a Perugia nel 1279 e a Orvieto nel 1288 e ancora a Ferrara nel 1287 e a Imola nel 1334 dove è molto chiaro che l'infula è considerata un copricapo "Et nullus debeat sine et cum mantello, birreto seu caputeo seu capelina vel infula...se disbatere et extrahere".
Era comune in Emilia-Romagna che il nunzio comunale indossasse, per distinguersi, una cuffia di colore rosso, documentata negli statuti ad esempio a Bologna nel 1259 ("infulam de panno virmiglio") e 1288 ("nuntii...habeant...infulam panni rubei utique boni et rubicundi colloris cum bendonibus amplis").
Così anche negli statuti di Reggio Emilia del 1266 nel giuramento del nunzio comunale si dice "Et infulam rubeam portabo in capite". Sempre a Bologna nel 1286 lo Statuto della Società dei Battuti stabilisce che "quod nullus de dieta congregatione possit vel debeat portare capucium ad schibegam, nec infulam de sirico".
Estremamente utile, infine, per ricostruire il percorso fatto dal termine infula nella storia del costume è il passo citato dal Merkel, Come vestivano cit., pag.70 nota 4, facente parte delle decisioni di un non meglio specificato concilio tenutosi a Londra nel 1268 in cui si stabilisce che "i chierici, «non nisi in itinere constituti, unquam aut in ecclesiis, vel coram praelatis suis, aut in conspectu communi hominum publice infulas suas, quas vulgo cloyphos [aliter, coyfas] vocant, aliquatenus portare audeant .... quin tamen hiusmodi cloypham vel tenam portare possint in bursa .... ad utendum de nocte»".
Il termine infula, infatti, in latino classico indicava un drappo di stoffa con cui si coprivano il capo i sacerdoti e per traslato è stato utilizzato per indicare i copricapi di esponenti della Chiesa e in seguito, per estensione, come termine latino per le cuffie (coyfas appunto) che usava il popolo. Che si usasse indossarne una per dormire, oltre a testimoniarlo una abbondante iconografia (vedi i due amanti qui a fianco, 1285 circa, Le Régime du corps di Aldobrandino da Siena, MS Sloane 2435, British Library, Londra), lo dimostra anche un inventario del 1308 in cui è annotata una "infulam per nocte".
Ah, una piccola aggiunta per chi è arrivato a leggere fin qui:
come dico sempre nelle mie conferenze, potete anche non portare l'infula se non vi piace, ma se la portate ALLACCIATELA!!!
(il testo proviene quasi interamente dalla nota n.24 del mio volume "XIII SECOLO - Abbigliamento maschile" https://www.reenactadvisor.com/libri ove sono presenti tutti i riferimenti bibliografici puntualmente riportati e che qui ho riassunto in ragione della natura divulgativa di questo blog)
Chi fosse interessato all'acquisto può contattarmi alla mail reenactadvisor@gmail.com
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